domenica 13 ottobre 2019
venerdì 11 ottobre 2019
martedì 8 ottobre 2019
Music Web - Review by Brian Wilson - Antonio VIVALDI (1678-1741) Complete Concertos and Sinfonias for Strings and Basso Continuo
Music Web - Review by Brian Wilson - Antonio VIVALDI (1678-1741) Complete Concertos and Sinfonias for Strings and Basso Continuo
Antonio VIVALDI (1678-1741) Complete Concertos and Sinfonias for Strings and Basso Continuo
mercoledì 2 ottobre 2019
Gothic Network
Gothic Network , 29 July 2019
Brilliant Classics. The Archicembalo ensemble for Vivaldi's Concerts and Symphonies for strings
Review by Piero Barbareschi
Brilliant Classics. L'ensemble Archicembalo per i Concerti e Sinfonie per archi di Vivaldi
In un cofanetto Brilliant Classics tutti i Concerti e le Sinfonie per archi e continuo di Antonio Vivaldi nell'esecuzione dell'ensemble “Archicembalo”: un'immersione piacevolissima nel mondo di un autore particolarmente amato non solo dagli appassionati del barocco.
Su queste pagine, se non andiamo errati nel 2016, avevano già preso in considerazione un cd vivaldiano per l'etichetta Tactus nel quale l'ensemble “Archicembalo” proponeva una serie di concerti e sinfonie vivaldiane per archi e continuo e già in quell'occasione avevamo apprezzato la lettura, asciutta e scattante.
In questo corposo cofanetto Brilliant Classics, 4 CD, che comprende anche i concerti inseriti nel precedente CD singolo, viene completata la registrazione di tutti i concerti e sinfonie, 51 composizioni in tutto, offrendo così l'opportunità di avere una visione complessiva della modalità di realizzazione ed ispirazione dell'autore per queste forme specifiche.
Se le Sinfonie per la struttura sono riconducibili a quelle introduttive dei melodrammi vivaldiani in particolare e barocchi in generale ( durata pochi minuti e tripartizione con alternanza veloce-lento-veloce) appaiono più interessanti e personali i Concerti nei quali, contrariaramente a quanto ci si possa aspettare dal tipico concerto barocco per solista, archi e continuo (senza esplorare la produzione di altri autori rimanendo al catalogo vivaldiano pensiamo per esempio alla “Stravaganza”, all'“Estro armonico”, “La Cetra” e alle stesse Quattro Stagioni), in questo caso la scrittura non privilegia il dialogo fra solista e tutti ma propone un linguaggio inconfondibilmente vivaldiano ma, per così dire, gerarchicamente più equilibrato.
Nella scelta dello schema dialogico fra gli strumenti non è rara la presenza di fugati, per esempio, fra gli altri, nell'Allegro finale del Concerto RV124 in re o nel secondo movimento del “Madrigalesco” od anche nell'allegro finale del RV120 in do minore. Non sono assenti alcune eccezioni, ovviamente. Per esempio nel Concerto RV155 in sol minore, già atipicamente suddiviso in quattro movimenti (come nel RV129 “Madrigalesco”) nel poetico largo il violino solo dialoga con il continuo come avviene nei tradizionali concerti per violino.
A parte queste piccole deviazioni da un percorso negli altri casi definito e ricorrente ed affrontando la valutazione sulla qualità della musica ed ovviamente dell'interpretazione il giudizio anche in questa occasione non può che essere positivo. Non sappiamo se consigliare un ascolto frazionato od immergersi in un'overdose vivaldiana ( che in verità non è dannosa rispetto a quanto potrebbe accadere con altri autori...). L'Archicembalo conferma un'impostazione nella lettura, nel fraseggio e nella realizzazione del continuo che a noi piace molto, offrendo un Vivaldi luminoso, scattante ma anche poetico quando occorre e spesso sorprendente nell'apparente prevedibilità. Lettura che senza dubbio invoglia a proseguire l'ascolto delle tracce via via che si dipanano. Considerando che stiamo parlando di quattro CD, sicuramente non è cosa da poco.
Sintetizzando un cofanetto senza dubbio da consigliare nel quale ognuno potrà trovare un brano che lo colpirà particolarmente diventando un piacevolissimo tarlo musicale. Quando è ben eseguito Vivaldi fa quest'effetto...
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GN32 Anno XI 29 luglio 2019The Strad - There’s inventive and compelling playing in this bumper issue of Vivaldi
The Strad
The Strad July 25th, 2019 - L'ARCHICEMBALO:VIVALDI
There’s inventive and compelling playing in this bumper issue of Vivaldi
Review by Robin Stowell
The Strad - L'ARCHICEMBALO:VIVALDI
The Strad July 25th, 2019 - L'ARCHICEMBALO:VIVALDI
There’s inventive and compelling playing in this bumper issue of Vivaldi
Review by Robin Stowell
Financial Times - Vivaldi: Complete Concertos and Sinfonias for Strings and Basso Continuo
Financial Times July 05th, 2019
Vivaldi: Complete Concertos and Sinfonias for Strings and Basso
Continuo — energetic and well-recorded
Italian Music Magazine "MUSICA"
Italian Music Magazine "MUSICA" May 2016
Review by Claudio Bolzan - CD Antonio Vivaldi, Concerti e Sinfonie per archi e continuo Antonio Vivaldi.
Gramophone, 2017
Vivaldi – music and manuscripts
Gramophone18th Apr 2017
Photographs from a fascinating concert in Turin
Virtually all of Vivaldi's existing manuscripts are currently on display at the Biblioteca Nazionale of Turin, and to celebrate this remarkable exhibition the Baroque octet L'Archicembalo gave a special performance at the newly opened Auditorium Vivaldi at the Biblioteca Nazionale of seven Vivaldi concertos with many of the original manuscripts projected on a screen behind the ensemble.
Vivaldi - music and manuscriptL'antica musica ridotta alla moderna pratica
CorriereAL March 12th, 2016
L'antica musica ridotta alla moderna pratica
Review by Pietro Mercogliano
L'antica musica ridotta alla moderna pratica
“L’antica Musica ridotta alla Moderna Pratica”, trattato (Roma, 1555) di Nicola Vicentino, descrive la costruzione di uno strumento musicale bizzarro all’epoca e bizzarro oggi: l’archicembalo; si tratta di una sorta di clavicembalo, l’accordatura delle cui due tastiere consente di eseguire tutti i suoni possibili dei tre modi fondamentali della musica greca.
L’archicembalo dunque era un’idea nuova che consentiva ad uno strumento tradizionale di eseguire tutto l’udibile. (Mi viene da pensare che la meccanica dovesse essere farraginosa ed il suono non meraviglioso, o non mi spiego la pressoché nulla fortuna di un’idea cosí intrinsecamente bella.)
L’archicembalo dunque era un’idea nuova che consentiva ad uno strumento tradizionale di eseguire tutto l’udibile. (Mi viene da pensare che la meccanica dovesse essere farraginosa ed il suono non meraviglioso, o non mi spiego la pressoché nulla fortuna di un’idea cosí intrinsecamente bella.)
Notando come il curioso nome del curiosissimo strumento sembrasse risultare dalla sciarada di “archi” e “cembalo”, un gruppo d’archi e clavicembalo alessandrino decideva sedici anni fa di costituirsi in ensemble sotto un nome cosí suggestivo. Oggi l’“Archicembalo” è formato al suo completo da undici strumentisti, e spesso ospita altri professionisti in diversi ruoli. L’ultima fatica del gruppo è il disco di Concerti e Sinfonie per Archi e Continuo di Vivaldi che il mese prossimo uscirà per “Tactus”.
Il disco è già stato presentato in anteprima a “Primo Movimento” (RaiRadio3) ed è stato recensito da Piero Barbareschi. Io qui vorrei però parlare ancora di un aspetto fondamentale che emerge dall’ascolto del CD: l’affiatamento speciale del gruppo. In Alessandria – patria per alcuni di loro e per altri terra d’adozione – i membri del gruppo hanno fondato la sede del loro laboratorio, dove condividono le loro esperienze e le loro idee e riscoprono di volta in volta la loro musica: quando arrivano davanti al pubblico, i minuti dei loro concerti sono densi di settimane o mesi di lavoro sui brani e di anni di crescita insieme. Credo sia bello che Alessandria abbia non solo una sua stagione di musica (quest’anno “Alessandria Barocca e non solo…” inizierà il 24 giugno e toccherà anche diversi paesi e città del territorio: Tortona, Tagliolo Monferrato, Valenza, Montale Celli di Costa Vescovato, Valenza) ma una sua propria voce che si possa imparare a riconoscere e con la quale si possa crescere.
Perché nella scelta dell’“Archicembalo” di proporre il repertorio barocco (soprattutto italiano e soprattutto vivaldiano) su strumenti antichi o di tipo antico c’è proprio l’idea di una crescita progressiva: è un cammino storicamente informato di riscoperta della bellezza della Cultura che l’“Archicembalo” propone al pubblico di Alessandria.
Questi musicisti, pur Maestri e Professori della Musica Dotta ed usi ad esser invitati ad esibirsi in diverse sale d’Europa, sono però convinti, infatti, che non sia nella calcolata costruzione di programmi complessi e nella orripilata elusione del popolare che risieda un fantomatico fantasmatico algore proprio della Grande Musica; ma che, anzi, sia grande la musica che da secoli è in grado di parlarci non appena di un nulla ci voltiamo a porgerle orecchio: e lei, la Musica, subito ci tocca e ci avvolge e ci parla di noi.
Questi musicisti, pur Maestri e Professori della Musica Dotta ed usi ad esser invitati ad esibirsi in diverse sale d’Europa, sono però convinti, infatti, che non sia nella calcolata costruzione di programmi complessi e nella orripilata elusione del popolare che risieda un fantomatico fantasmatico algore proprio della Grande Musica; ma che, anzi, sia grande la musica che da secoli è in grado di parlarci non appena di un nulla ci voltiamo a porgerle orecchio: e lei, la Musica, subito ci tocca e ci avvolge e ci parla di noi.
Ai concerti dell’“Archicembalo” (il prossimo il 22 marzo con lo “Stabat Mater” di Pergolesi nel Duomo di Valenza, insieme al coro “Gaiamusica” diretto da Roberto Berzero), tutto tende a far percepire anche all’ascoltatore piú scettico come la musica antica e noi non si sia che due punti sulla medesima linea della Tradizione, che ci unisce ed a noi vieta di rimanere impassibili di fronte ad un fatto sensoriale e culturale – la Musica – che per natura e costituzione nostre parla ai piú riposti recessi di noi.
Non credo sia per caso che ad ogni appuntamento proposto dall’“Archicembalo” cui io sia stato presente cosí tante persone si siano mosse dalle loro case, magari in automobile (io da Roma!), e si siano ritrovate altrettanto per caso tutte lí e tutte in quel momento ad ascoltare: io penso sapessero (sapessimo) che lí ed in quel momento c’era qualcosa per cui valeva la pena di affrontare il tragitto.
Quel qualcosa, io credo, è il proprio della Musica e di ogni Arte performativa ben eseguita: il riproporsi sempre nuovo e diverso di un’opera che è sempre la stessa da secoli e che da secoli si fa sempre nuova e sempre emoziona. L’antica Musica ridotta alla Moderna Pratica.
Pietro Mercogliano
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