Molti CD dedicati all’opera di Vivaldi contengono
concerti solistici. L’ incisione pone l’enfasi sul corpus di concerti e
sinfonie per archi e basso continuo, senza parti solistiche. L’opera di Vivaldi
consta di poco più di quaranta concerti e di circa dieci sinfonie. La forma
musicale del concerto a quattro – scritto per due violini, viola e basso
continuo – ebbe grande successo nel tardo Seicento, un successo che durò anche
oltre la morte di Vivaldi. Intorno al 1740 Baldassare Galuppi compose una serie
di sette concerti in questo stile.
Tra il concerto, in alcuni manoscritti chiamato concerto
ripieno, e la sinfonia non esiste una grande differenza. Come spiega Daniela
Demicheli nel libretto del disco, la differenza principale è il modo in cui
viene trattato il contrappunto. Nei concerti esso è più elaborato, mentre le
sinfonie tendono ad essere più omofone, alla melodia viene data un’importanza
maggiore e spesso i due violini
suonano all’unisono. Inoltre, le due forme si
differenziano per le chiavi: i concerti sono principalmente scritti in chiave
minore, le sinfonie invece soprattutto in chiave maggiore.
La maggior parte dei concerti e delle sinfonie di Vivaldi
sono stati scritti per e interpretati dall’orchestra delle fanciulle
dell’Ospedale della Pietà, dove Vivaldi fece da maestro de’ concerti.
Anche se i concerti con le parti solistiche erano mezzi
per dimostrare il grande virtuosismo delle fanciulle, erano anche adatti a
mettere in evidenza le qualità dell’orchestra dell’Ospedale nel complesso. I
concerti per archi vengono spesso usati come riempitivi o momenti di pausa nei
programmi con concerti solistici, il che può anche essere accettabile, ma in
questo modo difficilmente si rende giustizia ad essi. Nel libretto di un altro
CD con concerti di questo tipo, Lindsay Kemp scrive che essi contengono “scale
eleganti, bassi martellanti, arpeggi oscillanti, sequenze di accordi
squisitamente elaborate, melodie dolcemente toccanti...”, il che è ampiamente
mostrato nei pezzi selezionati per questo CD. L’affettuoso della Sinfonia in Do
(RV 116) è molto patetico, e l’adagio del Concerto in Re (RV 123) è un esempio
di un movimento lento e pieno di espressività. Una raccolta di dodici concerti
ripieni è conservata nella biblioteca del conservatorio di Parigi. Può darsi
che siano nati su commissione di un appassionato di musica francese. Contengono
alcune caratteristiche dello stile francese, in particolare i ritmi puntati. Il
Concerto in Sol minore (RV 157), essendo uno degli esempi più famosi di questa
parte dell’opera vivaldiana, appartiene a questo gruppo. Nella Sinfonia in Sol
(RV 149) due parti per violino contengono l’aggiunta “con l’arco” e vanno
suonate in staccato, mentre altre due parti, così come quelle di viola e
violoncello, sono contrassegnate con un pizzicato. Questo illustra che il brano
non può essere suonato da un singolo strumento per parte, a dispetto di quanto
il primo movimento possa suggerire, avendo solo due parti per violino e una
parte per viola e basso continuo. Probabilmente ciò spiega il motivo per cui
gli esecutori suonano tutti i concerti e le sinfonie con quattro violini e una
viola, violoncello, violone e clavicembalo.
L’incisione è molto bella. I tempi sono scelti bene,
senza esagerazioni e senza eccessiva lentezza, come capitava spesso nelle
incisioni degli ensembles inglesi di alcuni decenni fa. Furono le mie prime
esperienze con questi concerti, ma oggigiorno gli ensembles italiani hanno dimostrato
che queste composizioni sono più che semplici riempitivi in un programma di
concerti solistici.
Possono essere perfettamente indipendenti e con questa
incisione le qualità polifoniche, teatrali e espressive vengono portate alla
luce.
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