mercoledì 2 ottobre 2019

Music Web, 2016

Music Web 
Music Web International




ITALIAN
Molti CD dedicati all’opera di Vivaldi contengono concerti solistici. L’ incisione pone l’enfasi sul corpus di concerti e sinfonie per archi e basso continuo, senza parti solistiche. L’opera di Vivaldi consta di poco più di quaranta concerti e di circa dieci sinfonie. La forma musicale del concerto a quattro – scritto per due violini, viola e basso continuo – ebbe grande successo nel tardo Seicento, un successo che durò anche oltre la morte di Vivaldi. Intorno al 1740 Baldassare Galuppi compose una serie di sette concerti in questo stile.
Tra il concerto, in alcuni manoscritti chiamato concerto ripieno, e la sinfonia non esiste una grande differenza. Come spiega Daniela Demicheli nel libretto del disco, la differenza principale è il modo in cui viene trattato il contrappunto. Nei concerti esso è più elaborato, mentre le sinfonie tendono ad essere più omofone, alla melodia viene data un’importanza maggiore e spesso i due violini
suonano all’unisono. Inoltre, le due forme si differenziano per le chiavi: i concerti sono principalmente scritti in chiave minore, le sinfonie invece soprattutto in chiave maggiore.
La maggior parte dei concerti e delle sinfonie di Vivaldi sono stati scritti per e interpretati dall’orchestra delle fanciulle dell’Ospedale della Pietà, dove Vivaldi fece da maestro de’ concerti.
Anche se i concerti con le parti solistiche erano mezzi per dimostrare il grande virtuosismo delle fanciulle, erano anche adatti a mettere in evidenza le qualità dell’orchestra dell’Ospedale nel complesso. I concerti per archi vengono spesso usati come riempitivi o momenti di pausa nei programmi con concerti solistici, il che può anche essere accettabile, ma in questo modo difficilmente si rende giustizia ad essi. Nel libretto di un altro CD con concerti di questo tipo, Lindsay Kemp scrive che essi contengono “scale eleganti, bassi martellanti, arpeggi oscillanti, sequenze di accordi squisitamente elaborate, melodie dolcemente toccanti...”, il che è ampiamente mostrato nei pezzi selezionati per questo CD. L’affettuoso della Sinfonia in Do (RV 116) è molto patetico, e l’adagio del Concerto in Re (RV 123) è un esempio di un movimento lento e pieno di espressività. Una raccolta di dodici concerti ripieni è conservata nella biblioteca del conservatorio di Parigi. Può darsi che siano nati su commissione di un appassionato di musica francese. Contengono alcune caratteristiche dello stile francese, in particolare i ritmi puntati. Il Concerto in Sol minore (RV 157), essendo uno degli esempi più famosi di questa parte dell’opera vivaldiana, appartiene a questo gruppo. Nella Sinfonia in Sol (RV 149) due parti per violino contengono l’aggiunta “con l’arco” e vanno suonate in staccato, mentre altre due parti, così come quelle di viola e violoncello, sono contrassegnate con un pizzicato. Questo illustra che il brano non può essere suonato da un singolo strumento per parte, a dispetto di quanto il primo movimento possa suggerire, avendo solo due parti per violino e una parte per viola e basso continuo. Probabilmente ciò spiega il motivo per cui gli esecutori suonano tutti i concerti e le sinfonie con quattro violini e una viola, violoncello, violone e clavicembalo.
L’incisione è molto bella. I tempi sono scelti bene, senza esagerazioni e senza eccessiva lentezza, come capitava spesso nelle incisioni degli ensembles inglesi di alcuni decenni fa. Furono le mie prime esperienze con questi concerti, ma oggigiorno gli ensembles italiani hanno dimostrato che queste composizioni sono più che semplici riempitivi in un programma di concerti solistici.
Possono essere perfettamente indipendenti e con questa incisione le qualità polifoniche, teatrali e espressive vengono portate alla luce.
Johan van Veen


Nessun commento:

Posta un commento